Subliminal Crusher «Newmanity» [2013]

Subliminal Crusher «Newmanity» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Carnival Creation »

 

Recensione Pubblicata il:
10.04.2013

 

Visualizzazioni:
2900

 

Band:
Subliminal Crusher
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Titolo:
Newmanity

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Steph :: Vocals
Elvys :: Guitar
Stefano :: Guitar
Lorenzo :: Bass
Rawd :: Drums

 

Genere:
Death / Thrash Metal

 

Durata:
53' 12"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
21.01.2013

 

Etichetta:
Revalve Records
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Distribuzione:
Believe Digital
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Masterpiece Distribution
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Freschi di firma per la Revalve Records, ritornano finalmente i Subliminal Crusher, degni portatori di un signor Thrash/Death Metal da sempre concepito con tutti i crismi di un savoir-faire che in casa loro riesce così naturale. Eravamo rimasti al buon Endvolution datato ormai 2008: gli anni passano in fretta a quanto pare ma non la voglia di ritornare in pista e rimettersi in gioco ancora una volta perciò ecco che sulla nostra scrivania troviamo con piacere questo “Newmanity”, ennesimo e ironico gioco di parole ma di ironia c’è ben poco nella musica dei SubCrusher tanto è fatta professionalmente.
La strada intrapresa in quel Thrash/Death ancora una volta sorprende quanto a tecnica e furore e, sebbene qualche episodio l’ho trovato leggermente più prevedibile rispetto alle glorie passate, “Newmanity” ci mostra un quintetto particolarmente preso e ispirato da un Heavy Metal estremo e moderno che possiamo rintracciare anche nei Darkane (band con la quale i nostri hanno diviso il palco più volte) e comunque un solo ascolto non potrebbe di certo confermare un potenziale (e fantomatico) abbassamento di qualità dei pezzi. “Sotto tono” qua e là è vero ma ad un’attenta analisi, “Newmanity”ci offre uno spaccato di un operato ormai molto maturo anche come song-writing, ecco il motivo per cui i SubCrusher, a mio avviso, non hanno spinto troppo l’acceleratore ma si sono soffermati a suonare ciò che più gli piace senza doversi per forza reinventare o stare necessariamente dietro ad un’ondata che finirà ben presto di esaurirsi. Pretendere un’invenzione da chi sa fare bene ciò che da sempre li contraddistingue non è un atteggiamento consono per un ascoltatore o un pubblico con due dita di cervello ma questo purtroppo non tutti possono capirlo, specialmente il ragazzino di 15 anni fissato con il “Djent”.
Tornando al disco in questione è impossibile non restare incantati dalla produzione, dalla scelta dei suoni per così dire canonica ma sempre opportuna, dal cantato di uno Steph ormai collaudato e anche in questa sede ispirato e incazzoso come sempre e dalla sezione ritmica in generale che regala momenti piacevoli, opportuni break down per conferire un tocco di modernità al tutto (ad esempio nella tirata “The Backstabber”) ma anche e soprattutto l’atmosfera in generale costruita in modo sicuramente certosino e che dà più volte l’idea di trovarsi di fronte ad un disco tecnicamente perfetto.
Continuo scrivendo che esiste una particolare sostanza nella musica dei Subliminal Crusher che li rende sicuramente una delle poche realtà italiane con esperienza alle spalle e con ottimi resoconti in generale quindi è lecito aspettarsi ogni volta un prodotto di qualità che suoni fruibile per un pubblico ormai allenato e nel contempo che sappia come stuzzicare l’ascoltatore facendo riferimento tanto ai complessi intrecci di riff e di drumming quanto a eventuali sprazzi melodici, semplici e diretti, smontati da tutta una serie di ridicoli orpelli (i quali sicuramente cozzerebbero con il genere musicale in questione) tant’è che nemmeno in questa occasione i nostri hanno fallito sfornando un disco maturo, probabilmente meno esplicito dei precedenti ma sicuramente con più elementi di maturità.
Per quanto riguarda i singoli pezzi, credo sia doveroso segnalare ciò che personalmente ritengo i migliori episodi del lotto: tanto per cominciare la stessa title-track “Newmanity”, le particolari “Blurred” e “I Am the One”, più sperimentale ma fanno la loro porca figura anche “The Backstabber” e entrambe le bonus track, bei pezzi molto groovy.
Sicuramente consiglio sia l’ascolto che l’acquisto del disco a tutto un pubblico che apprezza il Thrash/Death Metal in generale ma non me la sento di escludere anche possibili amanti di un Heavy Metal più melodico che contempli leggere sfuriate.
Anche stavolta i Subliminal Crusher sono ritornati in grande stile.

Track by Track
  1. One Man Disorder 75
  2. Three Steps to Slay 75
  3. Newmanity 85
  4. Useless People 70
  5. Blurred 85
  6. Meat Cleaver 75
  7. The Plague 75
  8. The Backstabber 80
  9. Release the Unsaved 65
  10. I Am the One 85
  11. Locked In (Bonus Track) 85
  12. Can't Fail (Bonus Track) 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Carnival Creation pubblicata il 10.04.2013. Articolo letto 2900 volte.

 

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